Sommario del fascicolo cinque
16 Settembre 2024
Un anno fa, nelle pagine del numero due di Accademia Nicolò Lipari, ragionando di formazione giuridica, spronava a «proseguire nella via indicata, portando il peso delle nostre consolidate certezze, ma aprendoci ad una realtà del tutto diversa che le nuove generazioni ci chiedono di concorrere non a subire ma a costruire». Nel raccogliere e far propria tale indicazione di metodo ora che il Maestro del diritto non è più tra noi, va sottolineato che il suo pensiero resta ancora presente in questo numero che ospita alcuni contributi espressivi delle molte suggestioni determinate dal suo ultimo volume ‘Vivere il diritto’, esemplificate nella colta e articolata riflessione che Enrico Caterini svolge nella sezione Confronti e nel breve ma intenso intervento del giovane Beniamino Parenzo nella sezione Intersezioni.
Del condiviso intento di costruire nuovi paradigmi di lettura della realtà normativa offrono concreta testimonianza, nella sezione Confronti, i contributi di Giovanni D’Amico e di Tommaso dalla Massara. L’uno, all’esito di un’approfondita riflessione sulle disposizioni del Codice della crisi e dell’insolvenza, assennatamente suggerisce di ripensare a fondo l’impostazione degli studi sull’obbligazione in vista di un diverso approdo sistematico; l’altro, sviluppando una raffinata riflessione sul pactum de non petendo, ne disvela le molteplici funzioni.
Nella medesima sezione, Anna Argentati aggiunge un ulteriore tassello allo studio dei rimedi rispetto all’abuso di dipendenza economica e Vincenzo Ricciuto offre un’intelligente chiave di lettura del Regolamento (UE) 2023/2854 (Data Act) dimostrando come anche nel mondo digitale l’interprete debba confrontarsi con mercati e contratti regolati e come sia ampio nel Data Act il ricorso alla disciplina eteronoma del contenuto del contratto ed il richiamo all’equità. Il profilo dell’equità contrattuale ritorna del resto anche nella disciplina delle piattaforme commerciali portata dal Regolamento (UE) 2029/1150, c.d. regolamento P2B, come ben illustra Andrea Foglia, nella sezione Osservatori.
Il materiale giurisprudenziale offre al lettore delle sezioni Orientamenti e Opinioni un panorama assai ricco e variegato che copre quasi tutte le aree del diritto privato.
La Corte costituzionale, con la sentenza 22 aprile 2024, n. 66, è intervenuta sulla trama della legge sulle unioni civili, correggendo la perentorietà della regola di scioglimento dell’unione a seguito della sentenza di rettifica dell’attribuzione di sesso, ed Elena Bellisario, nel mettere acutamente in luce l’apprezzabile scelta rivolta alla tutela della persona rifuggendo facili omologazioni, non manca tuttavia di segnalare alcune questioni ancora aperte.
Questioni diverse, di diverso spessore ma di sicuro impatto pratico, sono quelle che la Cassazione ha affrontato e risolto con la decisione a Sezioni unite 13 febbraio 2024, n. 3925, circa la ammissibilità di una servitù di parcheggio: la sentenza che, superando vecchi schematismi, offre una lettura aggiornata della nozione di utilità dettata nella norma definitoria del diritto reale, è dettagliatamente illustrata da Riccardo Mazzariol. In materia di obbligazioni non si registrano analoghe aperture ed infatti Cass. ord. 14 marzo 2024, n. 11219, ripudia l’istituto della Verwirkung, la cui applicabilità era pur stata ammessa in precedenti occasioni; alla decisione Salvatore Monticelli presta argomentata adesione. Riguardo al contratto, la regola della conclusione affidata al programma dell’art. 1326 cod. civ. è consolidata nell’opinione degli interpreti ed è quindi di sicuro interesse la riflessione di Alberto Benedetti che, muovendo da diversi episodi giurisprudenziali, rileva criticamente come alcuni orientamenti meritino di essere rimeditati. Anche le successioni, luogo di tradizioni consolidate, sono investite dal vento della verifica di risultati acquisiti, come dimostra Massimo D’Auria spiegando i termini della questione rimessa alle Sezioni unite circa il significato da attribuire alla norma dell’art. 489 cod. civ. in ordine alle conseguenze derivanti dall’omessa redazione dell’inventario da parte del legale rappresentante del minore.
Le occasioni di studio non nascono solo dall’esame delle decisioni di legittimità. Riflettendo sulla sentenza della Corte d’appello di Roma n. 6582/2023, Andrea Montanari ne coglie il significato all’interno del più ampio contesto giurisprudenziale sul tema – al quale Accademia ha già prestato attenzione con i contributi pubblicati nel numero quattro – degli effetti dell’illecito antitrust sui contratti a valle. Rispetto alla vicenda dei ‘Pandori’, cui la cronaca e la stessa politica hanno dedicato un’attenzione che è certo segno dei tempi e sulla quale si è pronunciato nell’aprile 2024 il Tribunale di Torino, Angelo Barba, con il consueto appassionato rigore, spiega come l’accertamento di pratiche commerciali scorrette debba confrontarsi con i paradigmi dell’azione di classe alla ricerca di adeguati sistemi rimediali dell’interesse del consumatore.
La persona e la famiglia, la persona nella famiglia, sono costantemente al centro di numerosi, interessanti dibattiti sul piano scientifico, politico e della stessa cronaca giudiziaria, ma certamente sul piano dell’eccellenza è il dialogo – efficacemente guidato da Roberto Conti nella dotta intervista – che si svolge tra Gabriella Luccioli e Michele Sesta sul tema della ricerca della verità nelle relazioni familiari. I due autorevoli ‘intervistati’, ciascuno dal proprio punto di vista, offrono efficace testimonianza di come, quando i conflitti familiari siano portati all’attenzione del giudice sia necessario tener conto dei principi della comprensione, dell’ascolto, del rispetto delle persone, del valore supremo della dignità e di come il diritto di famiglia non rispecchi una sola verità, ma piuttosto la sua scomposizione prismatica.
La persistente presenza di tensioni che attraversano la materia è del resto dimostrata dallo studio che Elsa Bivona svolge, nella sezione Osservatori, su un’ipotesi di una sorta di evoluzione dell’istituto dell’amministratore di sostegno, affidata alla possibile introduzione di un diverso strumento di tutela della persona, individuato con l’espressione evocativa del ‘patto di rifioritura’.
Ancora nella medesima sezione, lo sguardo del lettore è indirizzato lontano, a quel laboratorio di esperienze giuridiche che, come ben illustra Stefano Porcelli, vede in Cina la costruzione nel codice di regole sulla persona e sul soggetto di diritto.
Mauro Grondona suggerisce, con la consueta passione, la rilettura di appunti sparsi di Cesare Vivante, con un florilegio di pensieri sinora dimenticati. Spigolando tra i materiali sapientemente recuperati, l’attenzione si ferma sulla frase «I nuovi giuristi hanno ora la tendenza a creare delle categorie e delle dottrine puramente logiche ed artificiali. Al loro sillogismo di parole dobbiamo sostituire il sillogismo dei fatti; alla loro logica vuota una sensibilità ed una memoria viva e concreta dei fenomeni della vita»; parole che appaiono in piena e significativa sintonia con quanto ha più volte insegnato Nicolò Lipari, cui questo numero vuol essere idealmente dedicato.
Buona lettura!